Una Zia premurosa, Racconto erotico

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 23/2/2011, 06:06     +1   -1

Advanced Member

Group:
Presidente
Posts:
2,786
Reputation:
+12
Location:
Montepaone Lido

Status:


Non riuscivo a chiudere occhio. Mi rigiravo nel letto, mentre le lenzuola si attorcigliavano attorno al mio corpo. Poche ore prima era successo quello che da anni, da quando ero ragazzino, sognavo: una cosa improvvisa, inattesa…quella sera avevo baciato la zia. A quel pensiero mi rigirai ancora, e rimasi a guardare la luce della luna filtrare attraverso le tende della mia stanza.
Abitavo con la zia ormai da qualche mese. Avevo quasi completato l’università prima del previsto e cominciavo il mio percorso lavorativo con stage e apprendistati, e la zia avevo accettato di ospitarmi fino a quando non avessi trovato una sistemazione adeguata. Tra noi due non c’era una vera relazione di sangue, visto che è mio zio il parente a cui sono legato. Fatto sta che comunque decisi di trasferirmi in città e di passare qualche tempo qui con lei fino a quando non ci fosse stato l’opportunità di trovare un posticino per me. Lei abitava da sola: mio zio aveva molti affari all’estero e quindi faceva lunghe trasferte, di mesi e mesi. Fu ben felice di accogliermi, disse che portavo una ventata di giovinezza nella sua casa sempre troppo vuota. La zia nonostante avesse cinquantadue anni, rimaneva una bellissima donna: non altissima, ma con un bellissimo e abbondante seno, una quinta piena ad occhio, una linea da far invidiare ad una ragazzetta, un corpo stupendo…spesso la prendevo in giro per la sua bellezza, chiedendole di dirmi dove avesse preso l’elisir di eterna giovinezza. Durante quei mesi, mentre mi ambientavo in città, avevamo passato un sacco di tempo insieme: mi piaceva stare con lei, perché oltre ad essere una bellissima donna, è anche una persona molto intelligente e affabile. Spesso siamo andati a teatro insieme, al cinema, a mostre di pittura, di fotografia. Quella sera proprio eravamo appena tornati da teatro. Aprii la porta dell’appartamento e lascia entrare prima la zia. Lei mi sorrise. Aveva un lungo vestito nero, che le fasciava benissimo le forme. Il seno era velato da una trasparenza mentre uno spacco le arrivava fin sopra il ginocchio. I capelli raccolti da un fermaglio d’argento a forma di sole. “Sei un vero gentleman” mi disse. Sorrisi e chiusi la porta. “Che ne dici di prenderci qualcosa da bere zia, per brindare alla bella serata”. “Si, perché no” rispose . Presi una bottiglia di vino dalla cucina, e la stappai mentre la zia si accomodava su uno sgabello vicino. Riempii due bicchieri, gliene porsi uno. “Alla bella serata che abbiamo trascorso” dissi toccando delicatamente il suo bicchiere. “All’ennesima bella serata aggiungerei - disse la zia - da quando sei qui mi hai regalato tante di quelle bellissime esperienze che non so come ringraziarti”. Arrossii leggermente, non aspettandomi un complimento del genere . “Dai zia, che dici. Sono io che dovrei ringraziarti per ospitarmi in questi mesi” le dissi guardandola dritta negli occhi. La zia sorrise, abbassò lo sguardo, e bevve in un sol colpo il vino presente nel calice. “Non so davvero come ringraziarti zia per tutto quello che hai fatto per me - dissi mentre riempievo i bicchieri - E non parlo solo dell’ospitalità, ma parlo anche di tutto quello che mi hai permesso di fare con te…sei una donna unica, e lo zio è fortunato ad averti affianco”. Quest’ultime parole fecero comparire sul volto della zia una vena di tristezza...però poi sorrise, leggermente arrossita, e disse: “Qui l’unico speciale sei tu nipotino. Io sono solo una donna di una certa età ed erano anni che non facevo quello che ho fatto con te in questi mesi. Sono io che ringrazio te”. Si sporse verso di me per toccare il mio bicchiere, ma nello sporgersi incespicò è un fiotto di vino colpì la mia camicia proprio sul colletto. “Oddio, mi dispiace” si scusò la zia. Preso un tovagliolo dal tavolo e cominciò ad asciugarmi la camicia. Avevo il viso della zia a pochi centimetri, sentivo il suo respiro sul mio collo. Potevo sentire l’odore dei suoi capelli. Chiusi gli occhi. Li riaprii e fermai la mano della zia. Ci guardammo negli occhi in degli istanti di silenzio che parvero secoli. La mano della zia mi accarezzò il collo, mi avvicinai a lei, e ci baciammo. Fu un bacio breve, ma appassionato. Però in men che non si dica sentii le labbra della zia venire meno, e scostarsi da me. Si girò e si allontanò di qualche metro, e si appoggiò al divano mentre con una mano si teneva il volto. Dopo qualche secondo la zia interruppe il silenzio: “Ti prego, vai nella tua stanza” Presi la giacca e mi diressi verso la mia stanza. E ora sono qui, che cerco di prendere sonno ma non ci riesco.
 
Web  Top
8 replies since 23/2/2011, 06:06
  Share  
 

Comments

« Older   Newer »
  Share  
moses89
view post Posted on 23/2/2011, 06:08     +1   -1




Confesso di avere sempre avuto un debole per mia zia.

Da quando sono entrato nella pubertà è sempre stata un mio sogno nascosto, ma ero sempre stato convinto che tale sarebbe stato. Invece ora, senza che nulla me lo anticipasse, era successo quello che mai avrei immaginato. Non sapevo a cosa pensare, forse dovevo lasciare la casa, forse sarei dovuto andare a parlarle. Si, avrei dovuto parlarle. Mi alzai, mi misi un pantaloncino e una maglietta e uscii dalla mia stanza.
La stanza della zia era pochi metri più in là. La luce era accesa quindi anche lei sembrava che non stesse dormendo. Mi avvicinai. Sentii una sinfonia provenire dalla stanza. Bussai.
“Zia, scusami se ti disturbo. Potrei entrare, devo parlarti per piacere”.


Dopo qualche secondo di silenzio, la zia mi fece cenno di entrare. Aprii la porta, ed entrai. La stanza era debolmente illuminata dalla luce della lampada sul comodino affianco al letto. L’hi-fi era acceso e riempiva la stanza di Bach. La zia con un telecomando abbassò il volume della musica: “Dimmi”.
Mi avvicinai a lei: stava appoggiata con la schiena al cuscino, ancora vestita,solo i capelli biondi erano sciolti e le cadevano sulle spalle. La lunga gonna lasciava intravedere le gambe appoggiate al letto.
Mi sedetti accanto a lei sul letto. Non mi aveva ancora guardato negli occhi.
“Ascolti Bach…già sei arrivata alla sinfonia che ti piace tanto?”.
“Certo che mi conosci proprio bene tu” disse piano la zia sorridendomi con timidezza. “Dobbiamo parlare, lo sai vero?” disse ancora.
“Aspetta zia, lascia parlare prima me”.
Le presi la mano e cominciai a parlare: “Zia, prima di tutto volevo dirti che quello che è successo non era una cosa che avevo programmato o provocato. Quando ho stappato quella bottiglia di vino non avevo nessuna idea che finisse in quella maniera. Però ormai è inutile continuare a nascondere quello che sento. Quello che è successo io l’ho sempre sognato zia, ma ho sempre pensato che sarebbe rimasto solo un sogno. Zia, è da quando sono diventato grande che provo una grande attrazione per te. E…”
“Ti prego, basta…” disse la zia abbassando lo sguardo.
“No zia, devo continuare, non posso più trattenermi” le dissi guardandola dritta negli occhi. Fece un cenno e continuai.
“Zia, tu sei il mio sogno da anni. Per anno ho sognato il tuo corpo, le tue labbra, il suo seno, le tue gambe. Per anni ho sognato di averti, senza però mai nutrire il minimo dubbio che non sarebbe mai accaduto nulla. Anche quando sono venuto qui, non ho mai pensato di sedurti o cose del genere. Tutto quello che ho fatto è perché tu sei una donna fantastica e adoro il tempo che passiamo insieme”.
“Ale, tuo zio…”.
“Vada al diavolo mio zio - dissi adirato - come se non lo sapessimo tutti e due che fa mentre è fuori per lavoro. Si ok, mantiene questa casa, ma ti tratta come se fossi una cameriera…non sopporto questo comportamento, per favore non me lo ricordare”.
La zia si zittì.


“Zia, scusa, non volevo esagerare, è che mi fa imbestialire vedere una persona come te avere un marito del genere”.
“No, non devi scusarti. Hai detto bene, lo sappiamo tutti e due che cosa fa tuo zio. Ormai il nostro matrimonio è solo una farsa, serve a mantenere le apparenze. Lui stesso sono anni che non si fa sentire per settimane, e quando quelle rare volte chiama le uniche cose che vuole sapere è se tu stai bene e come vanno gli affari qui. Per quello che ne capisco”.
“Scusa zia, io non volevo riaprire questa ferita, però prima, quando ci siamo baciati, io ti ho sentita fremere, ho sentito che non era solo un errore…mi sbaglio?”
“Che cosa vuoi da me?” mi chiese la zia.
“Zia, io voglio solo prendermi cura di te, dimostrarti che posso farti stare bene e trattarti come meriti. Domani poi potrai anche cacciarmi di casa, però mi devi permettere di dimostrarti tutto quello che ho sempre provato per te. Non ho intenzione di coinvolgerti attivamente, non dovrai fare nulla, ma solo dimostrarmi che apprezzi o meno”.
Mi abbassai verso il suo viso, e la bacia. Il baciò duro più di prima, e fu molto più passionale. Quando finì la zia disse “Stiamo sbagliando, tu sei mio nipote, non possiamo…”.
Le misi una mano sulla labbra per zittirla: “Zia lasciami fare, ti prego. Ti giuro che se non vorrai che io continui mi fermerò e me ne andrò, ma mi devi dare la possibilità di dimostrarti cioè che voglio dire, e devi dare la possibilità al tuo corpo che non sembra voglia più aspettare. Ti prometto che non ti toglierò nemmeno un vestito” dissi sorridendo.


Misi una mano sul seno. Era grande e sodo, proprio come l’avevo sempre sognato. Cominciai ad accarezzarlo e palparlo, mentre sentivo i capezzoli diventare turgidi. Baciai lentamente la zia sul collo, mentre con entrambe le mani le accarezzavo il seno.
“E’ una vita che sogno di stringere il tuo seno zia” le sussurai all’orecchio, tornando a leccarle il collo.
La zia mi prese i capelli e spinse sul collo, e mi sussurò all’orecchio: “Ti prego non dire così, sono tua zia”.
Continuai a giocare con le sue labbra per qualche minuto, poi lentamente scesi al seno. Si intravedeva dal vestito la forma dei capezzoli, e cominciai a stringerli e a mordicchiarli anche se la zia aveva ancora tutto addosso. Con una mano palpavo con energia il seno, e ciò provocava anche leggeri gemiti da parte della zia, mentre con l’altra mano cominciavo ad accarezzare le gambe nascoste dalla gonna.


La zia continuava a stringermi la testa, come se fosse lei ad indirizzarmi. Alzai la gonna e scoprii completamente le gambe: come avevo sempre immaginato, nonostante l’età e nonostante un filino di cellulite facesse capolino, le gambe sembravano quelle di una ventenne, toniche e lisce. Le accarezzai lentamente, prima l’esterno, poi l’interno coscia, salendo sempre più in alto, piano, mentre baciavo la zia. Con un dito toccai le mutandine: erano di pizzo, nero. Cominciai a massaggiare delicatamente con un dito, poi con due. La zia cominciò a gemere un po’ più forte, e con le mani si alzò completamente la gonna, lasciando le gambe nude davanti a me. Continuai a palpare le mutandine, mentre con lentezza la baciava prima sulle labbra, poi sul collo, sul seno. La zia cominciò a gemere piano.
“Sei bellissima” le dissi dopo un bacio.
La zia aprì gli occhi e guardandomi disse: “Dovremmo fermarci, forse…”
“Il tuo corpo non sembra essere d’accordo” risposi...
 
Top
view post Posted on 23/2/2011, 06:09     +1   -1

Advanced Member

Group:
Presidente
Posts:
2,786
Reputation:
+12
Location:
Montepaone Lido

Status:


“Il tuo corpo non sembra essere d’accordo” le dissi, mentre infilai la mia mano destra nello slip.
Era già bagnata nonostante finora non l’avessi nemmeno tolto nulla da dosso. Cominciai a palparla con forza. Sentivo le labbra e il clitoride. Cominciai a stuzzicarlo, mentre la zia ansimava. Premevo prima con forza, poi l’accarezzavo piano. Le diedi un bacio sulla fronte mentre tratteneva l’ennesimo gemito, e lentamente infilai un dito. La zia ebbe un sussulto, seguito da un lungo gemito.
“Zia, ci sono io qui con te” le dissi sorridendo e baciandola.
La zia mi prese il viso e se lo portò alla bocca, e mi baciò.
Infilai un secondo dito, e cominciai a spingere dentro e fuori lentamente.
La zia allargò la sua gamba destra sulla restante parte del letto, così da facilitarmi il compito
“Grazie zietta” le sussurai.


Aumentai lentamente da deciso il ritmo. La zia continuava ad ansimare mentre con le mani mi teneva la testa. Continuai per qualche minuto ad alternare le dita dentro di lei a delle carezze delle labbra fradicie di umori.
“Ti prego, sii più dolce” mi disse la zia piano “Sono una vecchietta non vedi?” rise.
Le accarezzai le labbra, poi la baciai piano. Le toccai la caviglia sinistra, e alzai la sua gamba sopra di me, in modo da trovarmi sul letto con le sue gambe aperte proprio di fronte. Potevo vedere le mutandine bagnate, e degli umori scivolarle fin sul lenzuolo.
Mi bloccai qualche secondo, deglutii con fatica. Finora avevo fatto tutto in apnea, senza rendermi conto di tutto quello che era successo. Avevo appena sentito ansimare la zia per via delle mie mani. Rimasi qualche secondo fermo, fino a che la zia non mi baciò di nuovo.
Fu un bacio lunghissimo, l’abbracciai con forza. Dopo il bacio la guardai, e le dissi: “Te l’ho già detto che sei bellissima?”.


Scesi a baciare il collo, poi più giù, il seno. Mi spostai sulle gambe, le baciavo piano, scendendo sempre più giù, fino ad arrivare alle mutandine. Fortissimo l’odore dei suoi umori.
“Che vuoi fare?” sussurò la zia che con le mani stringeva nervosamente le lenzuola.
“Quello che ti ho detto prima zia, dimostrarti cosa posso darti senza toglierti nemmeno un vestito”
Cominciai a baciarle la vagina senza scostare le mutandine. Premevo sulla lingua proprio dove il clitoride fremeva di piacere. La zia cominciò ad ansimare e stringere ancora con più forza le lenzuola. Una mano mi prese per i capelli e mi spinse ancora di più tra le sue gambe. Lentamente scostai le mutandine e vidi in tutto il suo splendore la sua vagina. All’inizio rimasi qualche secondo a toccarla con le dita, mentre la zia mi accarezzava i capelli. Presi la mano della zia e le feci mantenere lo slip. Dopo qualche secondo mi buttai in mezzo alle gambe di mia zia. Leccavo con avidità le grandi labbra e succhiavo con forza il clitoride.


La zia ansimava sempre più e a voce alta, mentre con la mano spingeva la mia testa tra le sue gambe. Leccavo piano, poi ferocemente: rimanemmo così svariati minuti, ero come in trance e non riuscivo a fermarmi. La zia gemeva senza fermarsi. A volte ansimava lentamente, a volte emetteva dei gridolini, a volte delle grida vere quando accanto alla lingua infilai un dito che piano penetrava.
La zia mugugnava dal piacere.
Continuai a leccarle la figa per più di un quarto d’ora…i suoi umori avevano bagnato il lenzuolo sotto di lei. Continuava a dirmi di non smettere, di continuare a leccare. Non lo diceva esplicitamente, ma mi stringeva le gambe attorno alla faccia e con le mani mi tratteneva.
“Sto per venire….oddio sto per venire!!”.


Continuai a leccarla con foga, poi mi alzai e la baciai sul collo. La mia mano continuava non darle tregua mentre la zia mi abbracciava così forte da farmi mancare il respiro. La baciavo e lei continuava a gemere.
“Sto venendo, sto per avere un orgasmo” disse ad alta voce con molta fatica.
“Zia, lasciati andare, lascia che il tuo corpo esploda sotto di me” le sussurrai all’orecchio.
Dopo qualche minuto la zia venne. Ansimò con forza mentre umori caldi fuoriuscivano dalla sua vagina. Poco alla volta tornò a respirare con ritmo anche se molto affannosamente. Aveva la testa china di lato sul cuscino. Le risistemai le mutandine e il vestito, e presi il lenzuolo e la coprii.
Mi chinai su di lei. Gli occhi chiusi e il respiro affanoso ma regolare, il sonno la stava conquistando. Le diedi un bacio sulla fronte, e le dissi: “Riposa zia, è stata una giornata faticosa”.
Detto questo spensi luce ed hifi, chiusi la porta della stanza e mi andai a fare una doccia per calmare i miei bollenti spiriti. Subito dopo filai anche io a letto. Ovviamente dormii solo un’ora quella sera.
 
Web  Top
moses89
view post Posted on 23/2/2011, 06:09     +1   -1




Quando mi sveglia l’orologio segnava le 7.30. Avevo dormito pochissimo ma stranamente non ero stanco. Avevo ancora in corpo l’adrenalina per quello che era successo quella notte.
Si era avverato uno dei miei sogni.

Rimasi qualche minuto in piedi a pensare mentre la vita ritornava a pulsare in città. Forse la zia mi avrebbe cacciato, pensai, forse avrebbe preferito non vedermi più. Quella mattina avrei saputo tutto.
Dormiva ancora, la sua stanza era ancora nel buio. Mi lavai e mi vestii, e riempii velocemente un borsone con il minimo indispensabile, e lo portai in cucina. Scesi a prendere due cornetti, e quando risalii la zia non si era ancora alzata.

Cominciai a preparare la colazione. Feci il caffè, e preparai la tavola, con dei fiori al centro come piacevano a lei. Dopo qualche minuto sentii la porta della camera di mia zia aprirsi; sentii poi la doccia.
Dopo una decina di minuti si chiuse anche la porta del bagno, apparve la zia. Aveva addosso una vestaglia di seta nera. Inutile dirle che le stava d’incanto, lasciando intravedere l’esplosività del suo seno e del suo sedere.
“Buongiorno - disse tranquillamente - vedo che hai preso dei cornetti caldi, non dovevi”.
Le versai una tazza di caffè e mi diressi verso il borsone. Lo alzai e stavo per uscire dalla stanza quando la zia mi interruppe.
“Cos’è quel borsone??”.
“Bè…pensavo che fosse giunto il momento di andare via da questa casa. Immagino che non approvi quello che è successo ieri sera, e quindi ho cominciato col prendere le cose più urgenti. Poi se non ti è di fastidio verrò con più calma a prendere il resto”.
La zia mi fissò qualche secondo, poi mi fece cenno di sedermi a tavola con lei.

“Quello che è successo stanotte - disse lei con voce ferma - non dovrebbe accadere. Siamo zia e nipote, abbiamo trent’anni di differenza, e dovremmo avere un rapporto diverso da quello che è stato in questi mesi”
Fece una pausa di qualche secondo, poi ricominciò: “Quello che ti dico mi costa tanto, ma alla fine del mio discorso capirai”.
Per tuo zio io sono trasparente da anni, ben più di quelli che tu possa immaginare. Siamo sposati da vent’anni, ma abbiamo smesso di fare l’amore subito dopo il matrimonio. Sono quindici anni che non mi tocca, che non mi fa sentire amata. Io stessa – dicendo questo strinse il pugno sul tavolo – io stessa non ho mai provato delle sensazioni così forti come quelle che ho provato stanotte. Stanotte tu mi ha fatto sentire una donna viva, bella, desiderata, mi hai fatto sentire come la donna più importate del mondo”. Alzò lo sguardo e mi guardò.

“So che forse non è giusto quello che sto per dire, ma io non voglio rinunciare a tutto ciò. Voglio finalmente provare anche io a sentirmi desiderata da un uomo come te. So di essere una donna fortunata, perché ormai sono una vecchia ma tu, un giovane ventenne che potrebbe avere tutte le ragazze ai suoi piedi, preferisce una come me. So di essere fortunata, e sono ben decisa a ricambiare tanta fortuna”
Si alzò, e si chinò per darmi un bacio sulle labbra.
“Vorrei che tu ti prendessi cura di me, da ora fino a che avrai voglia. Però ho delle condizioni da porti”.

Annuii cercando di rendermi conto se stavo ancora dormendo o se quello che sentivo era vero.
“Io voglio che tu continui a vivere la tua vita. Voglio che tu esca con altre ragazze, voglio che tu faccia sesso con loro, voglio che tu continui a fare la vita che desideri. Io non ti voglio essere di intralcio o altro, vorrei solo che tu potessi dimostrarmi ancora in futuro quello che mi hai detto stanotte”.
Le strinsi la mano, mi alzai e le diedi un bacio sulla fronte.
“Aspetta nipotino, ho un’altra cosa importante da dirti” disse la zia.
“Dimmi pure, puoi fare di me ciò che vuoi” le dissi sorridendo.
“Come ti ho detto sono anni che io non faccio, insomma, non faccio quelle cose, e per di più tu sei mio nipote. Quindi ti prego di capirmi se all’inizio andremo un po’ piano…non so se hai capito”.
Annui ridendo sommessamente.

“Però poi voglio aggiungere che tu potrai chiedermi tutto quello che vuoi, io farò tutto quello che desideri. Quello che farò non sarà mai abbastanza per ripagarti. Voglio che tra me e te ci sia sincerità totale, e quindi, se per esempio – detto questo abbassò lo sguardo e la voce - ti andasse di toccarmi e leccarmi come stanotte non hai che da chiedere”.
Alzò lo sguardo e mi sorrise.
La strinsi e ci abbracciammo.
“Zia, non hai idea di come mi hai reso felice con queste parole”.
Mi staccai e cominciai a girare per la stanza.
“Mi sembra un sogno, oddio mi sembra un sogno” le presi le mani, le baciai, poi tornai a camminare nervosamente.
La zia mi guardava ridendo: “Calmati però”.
Mi avvicinai alla zia. La spinsi piano vicino al tavolo e la baciai. Prima fu un bacio dolce, per poi divenire sempre più passionale.
“Zia, promettimi che farai tutto quello che desidero, e promettimi che non mi tradirai mai con nessun uomo” le sussurrai in un orecchio.
La zia dopo qualche secondo, guardandomi in viso, disse: “Chi potrebbe mai prendersi una vecchia come me - sorrise – inoltre sono così fortunata da avere un così baldo giovane a prendersi cura di me. Potrei mai tradirti?” Poi aggiunse: “Sono completamente tua, mi affido a te. Fammi conoscere il significato della parola passione”.
Ci baciammo; “I cornetti si freddano, che ne dici di mangiarli ora che sono ancora caldi?” dissi.

Ci sedemmo una di fronte all’altro e cominciammo a fare colazione.
“Zia, durante questi mesi era già scattato qualcosa oppure è nato tutto ieri sera?
“In realtà, qualcosina c’era già. Sto bene con te, sei proprio l’uomo che avrei sempre desiderato avere affianco. Ma non volevo ammetterlo a me stessa … sei mio nipote”.
Sorrisi, e continuai a domandarle: “Ma anche dal punto di vista fisico?”.
La zia fece di si con la testa: “Soprattutto”.
Sorrisi, e vuotai il bicchiere di succo di frutta che avevo davanti.
“Invece tu ieri sera mi hai detto che sono anni che mi desideri…è vero?” disse la zia alquanto imbarazzata.
“Si, quello che ti ho detto è vero. Sono anni che ti desidero, desidero il tuo corpo, desidero fare l’amore con te”.
La zia aveva gli occhi bassi “Sono così imbarazzata…e qual è stata la prima cosa che hai desiderato?”.

Risi, e poi dissi: “Il tuo seno…l’ho sognato per anni, e quando ieri l’ho stretto nelle mie mani, mi pareva di impazzire di piacere e di gioia. Poi anche le tue gambe, il tuo sedere, il tuo collo…..tutto di te mi fa impazzire”.
La zia sorrise.
Mi alzai e andai verso di lei. La feci alzare piano. Le sussurai nell’orecchio: “Zia, cosa vuoi che io faccia?”
“Ti prego non dirmi così”.
La baciai sul collo, poi le sussurrai: “Allora?”
La zia con gli occhi chiusi disse: “Vorrei vedere quanto hai desiderato il mio seno”.
La presi per mano mentre io mi appoggiai a uno sgabello.
“Cosa c’è sotto questa camicia da notte?” dissi con aria scherzosa “Sei in intimo o sei nuda?”.
“Sono in intimo, che dici, potrei mai essere nuda..?” disse la zia piano mentre la baciavo di nuovo sul collo.
Cominciai a scioglierle il nodo della cintura.
“Domani mattina voglio che tu venga a fare colazione solo in reggiseno e mutandine, ok?”
La zia mi guardò, sorrise, e annuì.
Sciolsi la cintura e la lasciai cadere. La camicia si aprì: la zia aveva indosso un completino intimo nero, molto semplice. Rimasi impietrito per qualche secondo. Non avevo ancora visto la zia così svestita. La notte prima comunque aveva sempre indossato il suo abito da sera.
“Che hai, non ti piaccio?” chiese la zia.

L’abbracciai e cominciai a baciarle il collo. Continuai a baciarla, mentre la zia, con gli occhi chiusi, rideva lentamente.
Arrivai al seno. Lo guardai. Con entrambe le mani lo toccai. Era morbidissimp. Palpavo con forza mentre la zia aveva le braccia mi accarezzava il petto e il collo.
“Zia, voglio leccarlo!”.
Cominciai a baciarle il seno anche se indossava ancora il reggipetto.
“Zia, è stupendo, immenso…così morbido”.
La zia mi sussurrò di continuare. Le staccai la clip del reggiseno.
“Zia, ti prego toglitelo”.
La zia lentamente si tolse prima una spallina, poi l’altra, e poi lo lascio cadere, lasciando in mostra i suoi due grandi seni. Cominciai a toccarli.
“Sono così grandi i tuoi seni zia, e sono ancora così sodi…come hai fatto a conservare il seno di una ventenne?”
“Ti prego…mi imbarazzi se mi parli così” disse la zia.
Baciai lentamente un capezzolo, poi l’altro. Cominciai a mordicchiarlo, mentre la zia gemeva piano.
“Vai piano ti prego. Il seno è sempre stato una zona del mio corpo particolarmente erogena per me”
“Buono a sapersi” dissi io sorridendole.

Cominciai a succhiare con forza i capezzoli. Li succhiavo, poi li tenevo in bocca e ci giocherellavo con la lingua. La zia ansimava e con il braccio manteneva il seno alla mia bocca. Appena indugiavo un po’ su qualcos’altro altro che non fosse il suo seno immediatamente mi portava alla bocca i capezzoli. Li stringevo con le mani e con la lingua li stuzzicavo. Con l’altra mano cominciai a scendere verso il sedere e cominciai a palparlo.
“Sei passato anche al sedere noto” disse la zia ansimando.
Rimasi a leccarle il seno per svariati minuti. Non riuscivo a staccarmi, ero ormai rapito da quelle tette che avevo sognato per anni.
Mi staccai e la baciai. La zia mi abbracciò e mi baciò, ringraziandomi per quello che avevo fatto.
“Nipotino - disse mentre ci stavamo baciando e accarezzavo piano il suo sedere – ieri sera hai pensato solamente al mio piacere così come ora”.
La mano della zia cominciò a scendere.
“E’ giunto il momento che anche io ti dimostri cosa posso regalarti come piacere”.
 
Top
view post Posted on 23/2/2011, 06:11     +1   -1

Advanced Member

Group:
Presidente
Posts:
2,786
Reputation:
+12
Location:
Montepaone Lido

Status:


Quel giorno ero tornato leggermente prima da lavoro. Fortunatamente ero riuscito ad anticiparmi su alcune pratiche, e quindi avevo gran parte del pomeriggio libero.

Quando tornai a casa la zia stava in cucina a guardare un po’ di televisione. Posai la mia valigetta sul divano e mi versai un po’ d’acqua.
“Che guardi di bello zia?”.
“E’ un documentario sugli USA, molto interessante sai?” mi disse.
Annuii: “Zia io vado a farmi una doccia che sono stanchissimo. Stasera non vado nemmeno in palestra, penso di starmi qui a casa. Tu esci?”.
“Dovrei andare da Rachele” disse la zia.
“Ah che bello…la mia ex insegnante di musica. Come sta?”
“Bene bene, ogni tanto mi chiede di te” mi disse sorridendo.
Mi avvicinai alla zia e la baciai: “Glielo dici che ti lecco la figa ogni giorno?” le dissi ridendo.
“Sei un bruto! - mi disse la zia ridendo e dandomi uno schiaffetto – se glielo dicessi si fionderebbe qui a sedurti”.
“Bè, Rachele è una bellissima donna, la prof più bella della scuola ai tempi. Il piacere è tutto mio”.
“Vai a farti la doccia, che è meglio - mi spinse la zia – così calmi un po’ i tuoi spiriti sempre bollenti”.

Quando tornai in cucina ero in accappatoio. Una doccia rilassante era quello che ci voleva. Guardai l’orologio, erano quasi le sei.
La zia era in piedi, e si stava versando dell’acqua. L’abbracciai da dietro.
“Ciao zietta” le dissi a bassa voce.
La zia chiuse la bottiglia e mi prese le mani: “La conosco questa voce” disse ridacchiando.
Indossava un lungo vestito di stoffa, di quelli tipici che si indossano quando cominciano i primi caldi.
“Sotto questo bel vestito che però non nasconde il tuo seno immenso e il tuo culo fantastico, cosa c’è di bello??”.
La zia chiuse gli occhi al mio bacio sul collo, e rispose: “Non indosso nient’altro che le autoreggenti bianche, come mi hai detto tu stamattina”.
“Che brava che è la mia zietta” e cominciai a baciarla sulle spalle.
Le mie mani cominciarono a salire e strinsi con forza le sue tette. Continuavo a baciarla sulle spalle mentre con le mani mi divertivo a stuzzicare i capezzoli.
“Sei una piccolo pervertito” mi sussurrò la zia.
“Peccato che tu lo ami questo piccolo pervertito vero?” le dissi.

Mi strinse le mani aiutandomi a palpare i seni. Le mordicchiai il lobo dell’orecchio, e dopo un lungo bacio staccai una mano dal seno e accarezzai piano il suo sedere.
“Ogni volta che tocco il tuo sedere penso sempre che non vedo l’ora di farlo completamente mio. Non mi basta venirci sopra come stamattina” le dissi.
Alzai il vestito e cominciai ad accarezzarle piano le natiche.
“Hai un culo stupendo zia” le dissi.
Rimasi ad accarezzarlo un po’, dopodiché le strinsi le spalle,e le dissi: “Direi che è giunto il momento che questo vestito si tolga da mezzo, no?”.
La zia annuì. Spostai le spalline colorate e il vestito scivolò giù come una foglia d’autunno. Con un piede lo spostai via. Abbracciai di nuovo la zia.
“Non è giusto che però tu abbia l’accappatoio addosso” mi disse la zia, sfilandomi la cintura e aprendo l’accappatoio, facendo fuoriuscire il mio sesso già duro.
Me lo tolsi completamente e feci girare la zia. Ci baciammo per lunghi minuti, mentre le sue mani cominciarono a toccare il mio pene.
“Che fai, già cominci?” le sussurai all’orecchio.
“E’ il mio modo di salutarlo” mi rispose.

Mentre me lo toccava piano, presi il bicchiere che si era riempita e lo poggiai di fianco a lei.
“Ti va di fare un gioco?” le chiesi
“Dimmi tutto nipotino” rispose la zia.
“Allora – e immersi il mio indice nell’acqua – il gioco consiste nell’indicare precisamente all’altro quale parte del proprio corpo si vuole venga baciata. Ad esempio, se io bagno il dito con dell’acqua e me lo passo sulle labbra, vuol dire che tu devi baciarmi sulle labbra. Ti è chiaro?”
La zia annuì: “Vale dappertutto vero?”
“Esattamente – dissi – vogliamo rimanere qui o ci mettiamo sul divano?”
La zia bagnò il suo indice nel bicchiere, e se lo passò su tutto il collo.

“Basta parlare adesso” disse chiudendo gli occhi.
Le misi le mani sui fianchi e cominciai a leccarle e baciarle il collo. La zia mi abbracciò forte, mentre mi accarezzava la testa.
“Ovviamente quando ho detto baciare sottintendevo leccare” le sussurrai nell’orecchio.
“Non ne avevo dubbi sai? E poi ti avrei obbligato a non baciarmi solamente” disse sorridendomi.
Si bagnò di nuovo le sue dita, e questa volta si bagnò il solco tra le sue tette.
“Passiamo alle cose interessanti, noto. Ovviamente nel pacchetto ci sono anche le tue tettone enormi”
Mi abbassai e cominciai a leccarle il seno. Non lasciai un solo centimetro di pelle libera. Baciavo e leccavo con avidità mentre la zia con la mano cominciò a masturbarmi.
Continuai per qualche altro minuto, poi mi alzai e feci girare la zia.
“Abbassati leggermente zia” le dissi.
La zia si piegò leggermente mostrando il suo sedere perfetto. Diedi uno schiaffettino sulla natica e presi il bicchiere. Versai dell’acqua proprio nel solco delle sue natiche rotonde e bianche.
“Mi perdonerai se ho preso l’iniziativa zia”.
Cominciai a leccare lentamente proprio dov’era l’acqua. Stringevo e palpavo le sue natiche rotonde, mentre con la lingua scendevo sempre più giù.
“Zia, voglio che ti pieghi perfettamente a pecora”.
La zia si appoggiò sui gomiti e si abbassò. Appoggiai il mio bacino sul suo sedere, il mio sesso duro tra le sue chiappe. Mi abbassai su di lei e le dissi: “Non so che darei per sbattertelo in culo ora”.
“Non dire così, sono tua zia – ansimò – e poi guarda che l’acqua è scesa proprio lì”
Appoggiato alla sua schiena strinsi il seno che penzolava.
“Hai ragione, è scivolata proprio sulla tua figa – le sussurai all’orecchio – cosa vuoi che faccia”
La zia esitò un pochettino, poi sussurrò: “Ti prego non farmi aspettare”.
“Non ho capito zia, sii più chiara” le dissi sorridendo.

La zia mi prese una mano e la poggiò tra le sue gambe: “Leccamela, sto per impazzire”.
Cominciai a palparle la figa. Era già bagnata.
“Zia, ma sei tutta bagnata … sei sicura che non vuoi che usi solo le mie mani?” dissi
La zia si alzò e si girò. Si appoggiò al piano dove si trovava il bicchiere, e mi prese per il viso.
“Voglio che me la lecchi tutta, ti prego”.
Le diedi un bacio, poi le dissi: “Sei bellissima, lo sai?”.
Mi abbassai e cominciai a lavorare con la lingua. La zia spingeva con le mani la mia testa.
Prima leccai il suo interno coscia e la parte esterna della sua vagina. Con la lingua giochicchiavo con il clitoride, e la zia ansimava con forza.
Leccavo con forza, mentre la zia gemeva. Con le mani stringevo con forza il suo sedere per darmi ancora più forza.
“Sento la tua lingua dentro – diceva ansimando la zia – ti prego non fermartiiiii!!”.
La zia mi spingeva ancora più con forza. Continuai per minuti interi, immerso nella passione di quei baci. Era vicina all’orgasmo.
Si appoggiò con le mani al ripiano e stringendo forte gridò mentre raggiunse l’orgasmo. Le gambe della zia prima rigide per la tensione dell’istante, si rilassarono.

Mi alzai, e abbracciai la zia.
“Sei stata bravissima – le dissi – ora vieni qui dal tuo nipotino”.
La zia si appoggiò con la testa sul mio petto.
“Grazie, davvero grazie – disse la zia – ogni volta che lo facciamo mi sembra di impazzire, dal piacere e dalla gioia. Sono la donna più fortunata del mondo ad averti accanto, davvero. Non so come sdebitarmi”.
“Zia non dire così. Io ti ho promesso che mi sarei preso cura di te, e sto mantenendo fede alla mia promessa, tutto qui”.
La zia mi sorrise. Prese poi il bicchiere, e mi guardò.
“Quando hai detto che ero bellissima, bè, mi hai fatto sentire come se avessi di nuovo vent'anni. Grazie”.
Detto questo prese il bicchiere quasi vuoto ma ancora con dell’acqua, e me la versò sul pene duro davanti a lei, bagnandolo completamente.
“Zia – dissi sorpreso – perché mi hai bagnato??”.
La zia prese un cuscino e lo mise a terra. Si inginocchiò, e cominciò a masturbarmi.
“Continuo a giocare” disse sorridendo e guardandomi.
Dopo un po’ che mi masturbava, si fermò, e diede un bacio al mio sesso.
“Mi limito ai baci oppure uso la lingua?” disse la zia sarcasticamente.
“Leccamelo zia, ti prego”.
La zia si abbassò sui miei testicoli, e cominciò a leccarli lentamente.
“Brava, sei fantastica, lo sai” le dissi mentre la tenevo per i capelli.
La zia continuò a leccarli e a succhiarli. Poi fece una lunga leccata su per tutto il mio pene fino in cima.
Ansimai stringendo le mie mani tra i suoi capelli. La zia mi guardò, mi sorrise, poi si infilò il mio sesso in bocca.
Cominciò a muoversi avanti e indietro, mentre io ansimavo con forza.
“Zia, la tua bocca è così calda…la tua lingua..” dicevo gemendo.
La zia mi masturbava lentamente, mentre con la lingua stuzzicava il mio pene. Non trascurava nemmeno i miei testicoli. Continuò a leccarmi per molti minuti.
“Zia, zia – dissi ansimando – leccalo ancora!”.
La zia se lo infilò in bocca, e cominciò a pompare con forza. Mise le sua mani sulle mie natiche, per darsi forza. Io le spingevo la testa tra le mie gambe, e cominciai a sbatterle il pene in bocca.
“Oddio perché non l’abbiamo fatto prima – dissi gridando – zia voglio venirti in bocca, ti prego fammi venire, sento che sto venendo”.
La zia continuava a spingersi il pene in bocca, mentre con le mani mi accarezzava il petto e l’addome. Io continuavo a pompare, e dopo pochi secondi fiotti di sperma riempirono la bocca della zia.
Lasciai la testa della zia: si tolse il mio pene da bocca, e si alzò. Prese un po’ d’acqua e butto giù. Si appoggiò al mio petto, e mi disse: “Non ho sprecato nemmeno un goccia del tuo sperma”.
“Sei stata fantastica zia – le dissi – è stato il più bel pompino che abbia mai avuto. Non posso ancora crederci che tu me lo abbia leccato, e che ti sia venuto in bocca”.
La zia sorrise.
“Se penso che prima tutto ciò era solo dello zio” dissi.
“Non dire così…erano anni che non prendevo un cazzo in bocca, e avevo paura di sbagliare qualcosa” disse.
“Sbagliare? Io pretendo che tu ogni mattina mi svegli leccandomi il pene, ok?”
La zia rise di gusto, e disse: “Sono felice che ti piaccia come lo faccio…ti prometto che te ne farò quanti ne vorrai, basta che tu me lo dica…e poi, ora tutto questo è solamente tuo” disse indicando il suo corpo.
“Si, hai ragione – dissi abbracciandola e mettendole le mani sul sedere – è tutto mio, solamente mio”.
 
Web  Top
moses89
view post Posted on 23/2/2011, 06:11     +1   -1




Il film stava per finire. Eravamo tutti e due stesi sul lettone della zia. Io ero in boxer, e la zia in un completino intimo.
Eravamo abbracciati, sembravamo due fidanzatini.

“Piaciuto il film zia?” le chiesi.
“Si abbastanza, anche se mi aspettavo qualcosina di più” rispose.
“Bé – dissi io – non puoi pretendere che siano tutti dei capolavori. Tu sei troppo esigente”.
Rise.
“Non è che sei diventata esigente pure in quanto a sesso e non mi vuoi più?” le chiesi sorridendo.
La zia mi diede un bacio, e rispose: “Non dire stupidaggini”.

Mi diede un bacio sulle labbra. Poi un altro. Cominciammo a baciarci con passione, e dopo pochi secondi la zia si ritrovò sopra di me. Ci baciammo ancora, mentre il mio sesso cominciava già a diventare duro.
“Si è risvegliato finalmente – disse la zia sorridendo mentre mi baciava – pensavo che per oggi avessimo finito”.
Ci girammo e questa volta ero io sopra. Appoggiai il mio bacino tra le sue gambe e premetti con forza, mentre la baciavo sul collo.
La zia ansimò abbracciandomi forte.
“Zia, ho voglia ancora del tuo corpo” le sussurai.
“Anche io ho voglia ancora di te” mi rispose piano.
Mi alzai e mi diressi verso l’armadio: “Ti va di fare un gioco?” le chiesi.
“Un gioco? – disse la zia mentre si sistemava il reggiseno – Ma si, sono tutta tua!”.

Presi dall’armadio una sciarpa di seta, di quelle lunghissime che usano le donne. Risalii sul letto e mi avvicinai alla zia.
“Stenditi, prima però togliti il reggiseno, che non vedo l’ora di leccarti di nuovo quelle tette fantastiche” le dissi.
“Sei un maialone” disse sfilandosi il reggiseno. Poi si stese: la feci posizionare perfettamente supina, con la testa su dei cuscini. Presi le braccia e le portai sul letto. Poi presi la sciarpa e le legai i polsi alla ringhiera.
“Così è perfetto” dissi stendendomi di fianco a lei.
Mi girai, le misi una mano su un seno, e delicatamente lo cominciai a massaggiare, mentre la baciavo dolcemente.
“Sei stupenda zietta – dissi tra un bacio e l’altro – ti giuro mi pare di esplodere a vederti qui senza saltarti addosso”
La zia rise, e poi disse: “E allora saltami addosso no?”
“Eheh, sarebbe troppo facile – le dissi – voglio giocare un po’ prima. Ti va di parlare un po’?”.
La zia annuì.

Diedi un bacio alla sua fronte, poi mi spostai con la testa sul seno. Con entrambi le mani ora li palpavo in maniera molto più decisa. Cominciai a baciarle, prima piano, poi con baci sempre più passionali, fino a leccarle con gusto.
La zia aveva gli occhi chiusi e emetteva ogni tanto degli gemiti di approvazione. Dopo una leccata veloce ai due capezzoli turgidi, mi rimisi di fianco a lei.
“Zietta, ti posso fare una domanda?” le dissi mentre con le mani accarezzavo piano i capezzoli.
La zia dopo un secondo di pausa annuì.
“Senti, quanto hai voglia che io torni a leccarti le tette??” le chiesi sorridendo.
Si girò verso di me, mentre io continuavo a palparle il seno, e rispose: “Non potresti fermarti mentre mi fai le domande e io rispondo?”.
“Eheh, no, altrimenti che gioco sarebbe - dissi mentre con una bacio veloce le mordicchiai un capezzolo – allora? Non ho ancora sentito la tua risposta”.
“Ti odio quando fai così lo sai” disse la zia ansimando piano. Dopo qualche secondo, rispose: “Non ti bastano i miei gemiti come risposta? Ti prego baciale ancora”.

Le diedi una bacio, poi tornai a succhiarle i capezzoli. Stringevo il senso e succhiavo con forza, mentre la zia ansimava e stringeva le gambe.
Mentre le continuavo ad accarezzare il seno, le dissi ancora: “Zia, senti, mi dici quanta voglia hai di leccarmi il pene stasera?”.
“Tanta – mi disse – mi piace vedere le tue smorfie di piacere quando lo lecco o te lo tocco. Mi fa sentire bene e in qualche modo riesco a ripagare tutto quello che tu mi regali ogni giorno”.
Ci baciammo, mentre le accarezzavo il viso: “Non vedo l’ora di sentire ancora la tua bocca calda attorno al mio cazzo duro. Lo sai, è già come una pietra”.
Mi avvicinai e strofinai i boxer vicino alla sua gamba: “Dio quanta voglia avrebbe di essere masturbato da te proprio ora”.
“Sei proprio diabolico – mi disse la zia – dopo ti ridarò tutto con gli interessi”.
Le diedi un bacio, e scoppiammo in una grande risata.
“Con te sto proprio bene, sai?” dissi guardandola.
“Ti prego non dirmi così. Ho 52 anni, posso mica innamorarmi di mio nipote che ha trentanni meno di me?” rispose la zia ridendo.
Sorrisi, e le diedi un altro bacio.

“Se sei scomoda con le braccia legate, posso anche slegarti” dissi.
La zia accennò a un no con la testa: “Adesso che hai intenzione di fare?” mi chiese.
Spostai la mia mano sulle sue mutandine: “Lo sai che ti stanno davvero bene queste mutandine?”
Cominciai ad accarezzarle. La zia mi sorrise e piegò la testa sul cuscino.
“Zia, non pensi che la tua figa debba liberarsi dalle tue mutandine?”
Lei annuì, e stese le gambe.
“Allora visto che hai tanta voglia di togliertele, perché non te le levi?” le chiesi alzandomi su un gomito e sfiorandole i capezzoli con un dito.
La zia strattonò un po’ il nodo, poi disse: “Lo sai che io non posso, perché non me le levi tu?”
La guardai per qualche secondo, poi lentamente infilai una mano negli slip.
Le toccai la figa, piano. La zia si mordicchiò il labbro. Cominciai ad accarezzarla lentamente.

“Bè – dissi – anche se non togli gli slip comunque posso masturbarti no?”
La zia allargò le gambe, e disse: “Si, però…”
Cominciai a palparla con forza. Cominciò a gemere.
Muoveva la testa sul cuscino mentre gemeva. Io a tratti le baciavo il collo, a tratti il seno…con la mano continuai a masturbarla, prima stimolandole solo il clitoride, e poi usando le dita.
“E’ così calda la tua figa zietta” le dissi all’orecchio mordicchiandolo.
“Non dirmi così, mi fai sentire…” rispose la zia gemendo.
“Ti faccio sentire una maiala? - le chiesi ridacchiando – Eppure ogni volta che ti dico così noto che godi sempre di più. Sarà perché ti eccita pensare che stai facendo queste cose indicibili col tuo nipotino?”.
“Ti prego non dire così…” ansimò la zia.
“Io riporto solo quello che vedo” dissi cominciando a baciarle il collo.
Dopo qualche minuto alzai la testa e le diedi un bacio: “Non ci posso credere al fatto che prima tutto ciò era riservato solo allo zio. Non è giusto, non trovi?” dissi.
La zia mi guardò, poi riabbassò la testa sul cuscino e disse: “Ti prego non parlare di tuo zio, non mi far sentire in colpa”.
“Quale colpa zia – le dissi – in fondo sei stata tu a scegliere me. O ti sei pentita di quello che stiamo facendo?”.
“Mai! - rispose immediatamente la zia – Io voglio te, voglio che sia tua a prenderti cura di me”.
Le diedi un bacio.

“Usa la tua lingua per farmi venire, ti prego” mi sussurrò la zia all’orecchio.
“Ogni tuo desiderio è un ordine per me” le dissi.
Mi alzai, e piano le sfilai gli slip. Li gettai via. Mi spostai di fronte a lei, e le allargai le gambe.
“Hai una figa bellissima zia – le dissi – Poi è già tutta grondante”.
“Non dire così, mi fai sentire una donnaccia” disse la zia abbassando lo sguardo e reclinando la testa.
Mi misi sui gomiti e appoggiai il mio sesso duro ancora nei boxer sulla sua vagina. La guardai negli occhi e dissi: “Tu sei una donna che non ha paura di seguire i suoi sentimenti. Tu sei la zia che ho sempre sognato, e che non vedo l’ora di avere per sempre”.
La zia alzò la testa e mi baciò. Continuai a baciarla mentre con il bacino premevo forte sulla figa.
“Lo senti come pulsa dentro quei boxer? – le dissi – So che non possiamo ancora fare l’amore, e quindi non vedo l’ora che tu lo prenda in mano. Ti prego zietta, masturbami che sto esplodendo”
Continuai a spingere ritmicamente come se stessimo facendo sesso.
“Lascia che me ne occupi io. Voglio sentirlo pulsare tra le mie mani” mi disse la zia.
“Non ancora – risposi io – adesso ho un compito da assolvere no?”
Mi alzai, e dissi: “Vuoi che ti lecchi la tua figa?”
La zia annuì. Mi spostai più dietro nel letto. Allargai le sue gambe. Era bagnata, con gli umori che le colavano sulle gambe. Mi abbassai, e leccai proprio l’interno coscia pregno del suo sapore.
Piano alla volta mi cominciai a spostare tra le sua gambe. Succhiai lentamente il clitoride. Cominciai a leccarla prima lentamente, poi con forza.
Scuoteva la testa sui cuscini, mentre i suoi umori continuavano a scendere copiosi.
Continuai a leccarla per oltre venti minuti, a tratti piano, a tratti con foga. Ero in paradiso quando sentivo la sua figa sulla mia lingua, mi sembrava continuamente un sogno.
“Sto per venireee!” disse la zia alzando la voce.
Mi bloccai a quelle parole, mi alzai e le diedi un bacio. La zia mi guardò con aria interrogativa.
“E’ ancora presto per venire. Vedi – e indicai l’orologio – sono solo le 21. Non vorrai mica che tutto finisca così velocemente? Abbiamo ancora tutta la notte”
La zia mi guardò, e poggiò la testa sul cuscino: “Ma quante ne pensi?” mi disse.
Mi rimisi accanto a lei, e ricominciai ad accarezzarle con una mano la figa, molto lentamente. Dopo qualche minuto leccai di nuovo il suo seno.
“Vuoi venire o no?” le sussurai.
“Si, si ti prego, sto impazzendo, voglio venire, voglio venire!”.
Mi ributtai con la testa tra le sue gambe, ma non appena avvertii che la zia fosse vicina all’orgasmo, mi bloccai di nuovo.
 
Top
view post Posted on 23/2/2011, 06:12     +1   -1

Advanced Member

Group:
Presidente
Posts:
2,786
Reputation:
+12
Location:
Montepaone Lido

Status:


Continuai a fare questo giochino per circa un ora.

Avevo la zia di fronte a me, con le gambe aperte e grondanti di umori. Aveva la testa china su un lato, e respirava affannosamente.
Mi abbassai su di lei.
“Sono cattivo vero?” le dissi baciandola.
“Non so più come dirtelo che voglio venire” mi disse sorridendo.
“Zia, ti ho forse fatto del male o altro” le chiesi un po’ preoccupato.
“No no – si affrettò a rispondere – che dici! E’ che stare dietro ai tuoi ritmi è sempre pesante”.
Mi abbassai su di lei, e cominciai a spingere il pene duro nei boxer tra le sue gambe.
La zia cominciò ad ansimare, mentre continuavo a muovermi ritmicamente. Stavo appoggiato sui gomiti, e vedevo la zia ansimare. Continuando a muovere il bacino mi spostai con la bocca sul seno, e cominciai a mordicchiare un capezzolo.
“Quanto sei forte nipotino” disse ansimando.
Continuai a leccarle le tette, mentre continuavo a spingerle il pene sulla figa.
“E’ così duro, e forte…non ti fermare, ti prego”
“Non mi fermo zia, voglio sentirti venire sul mio cazzo!”
Continuai a spingere con foga, mentre baciavo il collo.
“Sto per venire Ale….sto per venireeeee!” urlò la zia. Dopo due secondi sentii gli spasmi del suo bacino, e il respiro che si allungava. Rimasi su di lei per qualche minuto, mentre le baciavo piano le labbra.

“Sei stata bravissima zia – le dissi – com’è venire grazie al cazzo che hai masturbato tante volte?”.
Mi guardò, e mi disse: “E’ stato bellissimo, a un certo punto ho avuto paura che il cuore mi scoppiasse. Non so come fai, ma con te ogni volta è sempre meglio di quella precedente”.
Le diedi un bacio, e le slegai i polsi. La zia se li toccò, poi mi diede una carezza e un dolce bacio.
“Zia – dissi – devo darti una cosa. Alzati un secondo”.
Ci alzammo dal letto, e con la mano l’accompagnai di fronte allo specchio.
“Chiudi gli occhi” dissi aprendo un cassettino.
Tirai fuori dal cassetto una collana di perle. Mi misi alle spalle della zia, e le dissi di aprire gli occhi.
La zia sgranò gli occhi quando vide la collana: “Oddio, è … è bellissima…ma non dovevi…”.
“Lascia che te la metta” le dissi.

La zia si spostò i capelli, e le appoggiai il filo di perle sul collo. Chiusi e le misi le mani sui fianchi.
“Che te ne pare – chiesi – ti piace?”.
“E’ stupenda. Sono senza parole. Davvero. Però non dovevi, ti sarà costata una fortuna”.
“Quando l’ho vista, ho subito pensato che fosse perfetta per te”
“Grazie nipotino. Mi sorprendi come sempre”.
Si girò verso di me e ci baciammo.
“Zia, torniamo sul lettone?” le sussurrai in un orecchio
La zia mi prese per la mano, e ci ristendemmo sul letto. Appoggiai la testa sui cuscini, la zia di fianco, e ci baciammo. Ci abbracciamo, la strinsi, mentre la zia con la mano scendeva fino ai boxer.

“Adesso voglio vedere questi boxer a terra, e prima di domani mattina non voglio che te li rimetta” disse la zia sfilandomeli da dosso.
Ci continuammo a baciare, dolcemente. Rimanemmo abbracciati minuti interi, poi la zia si appoggiò su di me e mi stese sul letto. Cominciò a baciarmi il collo, mentre con una mano accarezzò piano il mio pene.
Continuò a baciarmi scendendo sempre più giù.
“Mi dispiace averti fatto aspettare così tanto” disse la zia guardandomi.
Si abbassò ancora e cominciò a usare la lingua sui miei testicoli, mentre con una mano mi masturbava lentamente il pene. Fece una lunga leccata lungo tutta l’asta, e diede un bacio.
“Credevo che non me lo leccassi più” le dissi aggiustandomi i cuscini e guardandola.
La zia era praticamente inginocchiata di fianco. Potevo vederla messa a 90 gradi con la testa tra le mie gambe.
Allungai una mano a toccarle il seno penzolante. L’accarezzai sfiorando i capezzoli. La zia leccò con forza e prese il cazzo in bocca.
Si muoveva piano su è giù, mentre con le mani mi accarezzava i testicoli.
“E’ così calda la tua lingua zia” dissi mentre stringevo con più forza il suo seno.
La zia accelerò per qualche secondo il ritmo, poi tornò a leccare la base del mio pene.
“Ma non ti fermi proprio mai nel toccarmi” disse la zia ridendo.
Risi e risposi: “Bé che ci posso fare se hai un corpo da favola. Guarda come è morbido il tuo seno” dissi stringendolo.
La zia emise un piccolo gemito, e tornò a usare la sua bocca.
Con la mano mi masturbava e con la lingua lo accarezzava lentamente nella sua bocca.
Le accarezzai la schiena, fino ad arrivare al suo sedere. Con la mano cominciai a toccare le su natiche.
La zia continuava a usare la sua bocca, mentre io ogni tanto davo qualche schiaffetto.

“Ti piace venire schiaffeggiata da tuo nipote, eh?” dissi ridendo.
La zia scoppiò a ridere, per poi tornare di nuovo con il pene in bocca, accelerando.
Cominciai a gemere, e con una mano spingevo la testa della zia nel suo movimento ritmico.
“Non posso pensare che questo una volta fosse solo dello zio” dissi ansimando.
“Ti prego non dire così” mi rispose la zia tornando a leccare.
“Zia, chi è più bravo tra me e lo zio?”.
La zia alzò la testa, e disse, senza interrompere con il movimento di mano: “Tuo zio non si è mai preso cura di me. Tu sarai l’unico uomo a fare quello che vuole del mio corpo. Però non parlare di tuo zio: sono pur sempre tua zia, mi imbarazzo se ne parli”.
Tornò a leccare, e io tornai a palparle con forza la vagina.
“A me invece dai l’impressione di eccitarti ogni volta che ti chiamo zia o ricordo che stai leccando il cazzo del tuo nipotino” dissi.
La zia si fermò per un paio di secondi, poi disse riprendendo a usare la bocca: “Ti piace?”
Cominciò a muoversi velocemente su e giù con il viso tra le mie gambe.
Con entrambe la mani la spingevo e la zia, mentre ansimavo: “Zia, ziaa…com’è il cazzo del tuo nipotino? Ti piace così duro?”.
La zia continuò a muoversi, mentre io con la mano destra le palpavo con decisione la figa.
“A giudicare da quanto sei bagnata, sembra che ti ecciti avere il pene duro del tuo nipotino in bocca, vero?”.

La zia tornò a leccarmi i testicoli, mentre io infilai un dito nella vagina: ansimò con forza, ma non si interruppe.
“Deve essere proprio bello avere tra le mani il mio pene duro se nemmeno toccandoti così smetti di leccarlo” dissi.
La zia continuava a leccare, e anche io continuavo a stimolarle il clitoride. Aveva anche allargato leggermente le gambe per facilitare la stimolazione.
“Ti prego non fermarti – disse la zia – mi piace sentire la tua mano tra le mie gambe”.
Dopo qualche minuto, feci alzare leggermente il viso della zia, e mi appoggiai meglio sui cuscini, in modo tale da stare più dritto. Presi la gamba sinistra della zia e l’alzai spostandola, in modo tale da avere di fronte a me il suo sedere come nel più classico dei 69.
“Adesso – dissi – mentre tu torni immediatamente a leccare, io mi occupo un po’ del tuo culetto zietta”
Allargai con le mani le sua natiche bianche: la figa di un bel rosa luccicava per via degli umori. Proprio sopra c’era il minuscolo buchetto del culo.
“Che vuoi fare?” mi disse la zia girandosi indietro.
Cominciai a leccarle tutta la zona tra il suo ano e la figa, con leccate decise e forti.
La zia ansimò: cominciai a leccarle proprio intorno all’ano
“Non vedo l’ora di sentire il mio cazzo dentro a questo tuo culo così bello zia – le dissi – però ora ti prego, puoi tornare a usare la tua bocca? Sei così brava…”
La zia tornò a usare la sua bocca, mentre io cominciai a leccarle la vagina. Leccavo con decisione e con leggerezza le toccavo il clitoride. La zia ogni tanto ansimava, per poi tornare a usare la lingua.
 
Web  Top
moses89
view post Posted on 23/2/2011, 06:12     +1   -1




Mentre lentamente leccavo la sua figa, con un dito cominciai a toccare il buchetto del suo culo. La zia accelerò il ritmo.


“Zia, sei così brava con la lingua. Ti prego non fermarti” le dissi.
Con il dito tornavo a toccarle il buchetto del culo. Prima cominciai ad accarezzarlo, poi cominciai a spingere senza però penetrare.
“Ne hai in mente sempre una in più di quella che io possa aspettarmi” disse a bassa voce la zia.
Continuai a leccarle la figa, e lentamente, dopo avere inumidito il dito con della saliva, lo feci entrare di qualche millimetro nell’ano.
La zia ansimò con forza, quasi gridò.
“Mi fa un po’ male” mi disse.
“Zia lo so, all’inizio fa male, ma tu ti fidi di me?”.
La zia annuì. Feci scendere ancora di più il dito, e la zia emise un gemito che sembrava quasi un grido. Feci scendere ancora il dito, fino ad avere tutto l’indice dentro.
La zia ansimava, si vedeva che le faceva male. Tornai a leccarle la figa, mentre dopo qualche secondo che il dito era nel suo culo, cominciai a muoverlo lentamente.
La zia tornò a gridare, mentre io muovevo il dito.
Il dito cominciava ad avere sempre meno resistenza, e scivolava molto meglio. La zia cominciò ad ansimare.
“Ti prego leccamela – disse la zia portando la sue mani sul sedere e aprendomi la sua figa davanti – ti prego leccala, voglio sentirmi la tua lingua dentro”.
Cominciai a leccarla con forza, spingendo sia la lingua più dentro che potessi, sia continuando a muovere il dito nel suo sedere.
La zia gridava, e poco alla volta i suoi gemiti di dolore si trasformarono in gemiti di piacere.
“Non fermarti, non fermarti – disse gridando – sento che sto per venire”.
Continuai a leccare, e infilai un secondo dito nel sedere: la zia emise un gridolino, poi tornò a gemere.
“Zia, così bello vedere entrambi i tuoi buchi pieni di piacere” dissi.
La zia si portò una mano sulla vagina e mentre io la leccavo, lei si toccava il clitoride.
Dopo qualche minuto, gridò: “Sto venendooooo!!”.
Emise un paio di gemiti forti e vidi stringere con forza le sue mani sul lenzuolo. Le diedi un bacio su una gamba, e tirai fuori le due dita dal culo. La zia si accasciò su un lato respirando a fatica.
“Stai bene zia – le dissi accarezzandola il viso – scusami se sono stato troppo duro, non volevo farti del male”.
La zia mi sorrise, mi accarezzò il volto, e disse: “E’ stato bellissimo come sempre”.
Le diedi un bacio, e l’abbracciai.
“Zia, mi rendi un uomo felice quando dici che ti piace, lo sai? – le dissi – Poi, ti confesso che non vedevo l’ora di violare il tuo culo, lo sai?”.
Mi diede un bacio, e disse: “Sono tutta tua, compreso il mio sedere. Ma davvero ti piace così tanto?”.
“Non vedo l’ora di ficcargli dentro il mio cazzo e di spingere come un martello” le sussurai all’orecchio.
La zia mi strinse e mi disse sorridendo a bassa voce: “Smettila di dire così altrimenti va a finire che vengo di nuovo”.
Rimanemmo qualche minuto abbracciati a scambiarci dei dolci baci.
“Zia, voglio sbatterti il mio pene tra le tette. Posso oppure sei stanca e preferisci riposare?”.
“Guarda che sarò anche una vecchietta, ma ho ancora le forze per farti venire”.
Feci stendere la zia. Appoggiai le ginocchia di fianco al suo seno, e appoggiai il mio pene tra le sue tette.
La zia le prese e come un abbraccio queste circondarono il sesso duro. Cominciai a muovermi avanti e dietro.
“Che bello che è il tuo seno zia – le dissi – dopo mi permetterai di leccartelo come un lecca-lecca?”
“Ogni volta che dici così mi chiedo sempre se non stia sognando. Non mi sembra vero di poter avere questi momenti con un bel ragazzo come te che si dice perso del mio corpo vecchio”.
Mi abbassai sul suo viso, le diedi un bacio, e dissi: “E’ tutto vero zietta, è tutto vero”.
Tornai a muovermi.
“Come ti sembra il mio pene visto da lì?”
La zia si imbarazzò leggermente, poi disse: “E’ bello come te”
Risi: “E’ bello vedere il tuo imbarazzo, però poi mi viene da ridare quando mi apri la tua vagina in faccia e mi urli di leccarla”.
La zia girò lo sguardo: “Che vergogna – disse – non pensavo di essere così sfacciata. Non sono mai stata così diretta con tuo zio”.
“Allora devo ritenermi un fortunato. Mi piace un sacco sentirti urlare dal piacere”.
Appoggiai le mani su cuscini, e cominciai a spingere con forza sulle tette.
“Sei così forte – disse la zia – se continui così me le consumi le tette”.
Continuai a spingere con forza, con il mio bacino che sbatteva sul suo seno stretto intorno al mio sesso.
“Immagina questa forza quando ti sbatterò il mio cazzo prima nella tua figa poi nel tuo culetto!”
Dopo un paio di secondi la zia mi rispose: “Mi ridici ancora che non è un sogno?”.
Mi riabbassai sul suo viso, le diedi un altro bacio, e le dissi: “Se anche fosse un sogno, nulla ci vieta di continuare a sognare insieme, no?”.
La zia mi sorrise. Alzai il bacino, e portai il mio pene alla sua bocca.
“Zia, ti prego, usa la tua bocca”.
La zia cominciò a muovere lentamente la bocca avanti e indietro. Avevo le mani appoggiate ai cuscini, e cominciai a muovere il mio pene nella bocca della zia.
“Fermati zia – le dissi – voglio sbattertelo in bocca da solo”.
Cominciai a muovere avanti e dietro il mio pene dentro la bocca della zia. Molto lentamente, sentivo le sua labbra che me lo accarezzavano, e la lingua calda che me lo avvolgeva.
“Zia, la tua bocca e quasi calda quanto la tua figa” le dissi continuando a spingere.
Mi alzai sui piedi e aumentai il ritmo.
“Zia, sto per venireee” dissi ansimando.
Mi alzai e rimisi il mio pene tra le sue tette: “Voglio venire mentre fotto le tue tette ziaaa!”
“Vuoi venirmi addosso nipotino?”.
Cominciai a spingere con forza, e dopo pochi secondi fiotti di sperma si posarono sul petto della zia.
Respirando a fatica dissi ridendo: “Finalmente sono arrivato anche io”.
Mi alzai e presi un tovaglio da un cassetto. Lo porsi alla zia che lo usò per pulirsi.
“Se però ti venivo in bocca, tutto lo sperma che usciva dovevi ingoiarlo”.
“Non potrei mai sprecarlo. Il tuo sperma è buono perché sa di passione vera, nipotino”.
Ci demmo un bacio, e ci buttamo sul letto a dormire abbracciati l’uno all’altro.
 
Top
view post Posted on 23/2/2011, 06:13     +1   -1

Advanced Member

Group:
Presidente
Posts:
2,786
Reputation:
+12
Location:
Montepaone Lido

Status:


Era il mio compleanno, e la zia mi aveva chiesto se quella sera avessi potuto spostare eventuali impegni con amici per passarla con lei. Curioso di sapere quale potesse essere il motivo, salii di corsa le scale a aprii la porta.

“Sei tornato nipotino?”.
“Si zia, sono qui…in perfetto orario” le dissi sorridendole e avvicinandomi. Era in cucina che armeggiava attorno a delle tartine. Erano quasi le otto di sera.
Allungai la mano per prenderne una ma la zia mi diede un colpetto con il cucchiaio.
“Fermo golosone, non ti ho mica detto di poter mangiare?”.
Sorrisi di gusto, e risposi: “Hai ragione!”.
Le diedi un bacetto leggero sulla guancia.
“Senti, io qui ho quasi finito. Se non ti dispiace vuoi andare nella tua stanza mentre io qui finisco di preparare? Ti ho lasciato una cosa sul letto che vorrei che indossassi. Aspetta che ti chiami e poi vieni che comincia la serata, ok?”.
“Oggi sono nelle tue mani zietta, quindi faccio tutto quello che mi dirai” e detto questo andai nelle mia stanza.

Chiusi la porta e notai che sul letto c’era uno scatolo: lo aprii e dentro trovai una vestaglia. La tirai fuori…effettivamente era una vestaglia, di seta al primo sguardo, nera. Sorrisi guardandola, la zia aveva buon gusto come sempre. Mi spogliai e mi strinsi addosso la vestaglia. Mi stesi poi sul letto a leggere un libro. Dopo circa un quarto d’ora sentii la zia chiamarmi.
Mi alzai e mi diressi da lei.
Arrivato al salone mi fermai: tutto l’ambiente era illuminato da una serie di candele. Davanti al caminetto acceso c’erano un tappeto coperto da decine di cuscini. La zia era in piedi vicino al caminetto e mi sorrideva.
“Spero ti piaccia la mia sorpresa” disse la zia.
Mi avvicinai, sfiorando i cuscini. Le sorrisi, e le diedi un bacio sulle labbra.
“E’ bellissimo zia…non mi aspettavo tutto questo, davvero”.
La zia mi prese la mano e mi fece sedere sui cuscini. Era anche lei in vestaglia da sera stretta in vita. Il seno che sembrava ancora più prosperoso, nascosto da quel tessuto liscio era come non avere niente addosso.
Mi sedetti sui cuscini e la zia si inginocchio di fronte a me. Prese due calici con del vino rosso, me ne porse uno.
“Brindiamo al tuo compleanno?” disse la zia.
I calici si toccarono e lentamente ne bevemmo un sorso. La zia posò il suo su un tavolinetto lì accanto il suo, e mi prese le mani.
“Nemmeno quando ero fidanzata mi ero così preso cura di un uomo al suo compleanno, sai? – disse la zia con lo sguardo basso mentre mi accarezzava le mani – Tuo zio poi le ha sempre odiate queste cose”.

Fece una pausa, poi continuò: “Tu invece sei proprio come me, ami le attenzioni…sai che una candela e una rosa possono far cadere ogni donna nelle tue braccia…proprio come è capitato con me”.
Sorrise. Mi strinse la mano: “Tu sei l’unica persona a cui io voglio dare tutto quello che sono, e che non voglio mai deludere. Sei colui a cui io voglio dare tutto di me stessa, e per tutto quello che hai fatto io non potrò mai ringraziarti abbastanza”. La zia abbassò lo sguardo e nervosamente continuò ad accarezzarmi le mani. Mi girai leggermente verso di lei, alzai le mani e me le portai alla bocca. Le baciai.
“Ogni volta che sono con te mi sembra di essere ancora in un sogno. In alcuni momenti ancora non riesco a credere di quello che c’è tra di noi… e io non ci rinuncerò, non rinuncerò mai a te, alle tue labbra, al tuo corpo, al tuo seno, alle tue gambe – dissi facendo poi una pausa – e voglio essere sicuro che questo sia anche il tuo desiderio zia”
La guardai negli occhi: “Ti sei mai pentita di quello che siamo diventati?”
“Mai” disse la zia, baciandomi. Mise le sue braccia attorno al mio collo e ci baciammo per dei lunghi minuti.
Ci staccammo, e con la mia fronte appoggiata alla sua dissi: “Questo bacio è il più bel regalo di compleanno che potessi farmi”.
La zia sorrise, con un dito mi accarezzo il petto, poi scese fino alla cintura della vestaglia: “Se non la smetti subito di parlare così rischi che io svenga per l’emozione”.
Mi sciolse la cintura e la vestaglia si aprì rivelando il mio corpo nudo, visto che avevo deciso di non mettere nemmeno gli slip.
“Ecco, poi non rischio di svenire lo stesso se vedo questo?” disse la zia ridendo.
Ridemmo di gusto, poi tornammo seri. La zia mi baciò ancora: “Non era quello il tuo regalo”.

Si mise cavalcioni su di me, le braccia attorno al mio collo. Ci baciammo.
“Ti amo zia” sussurai.
La zia si bloccò, mi guardò sorridendo: “Te la ricordi la promessa che mi facesti?”.
Le strinsi i fianchi: “Si che me la ricordo, certo…e sono intenzionato a rispettarla. Però te lo dovevo. Io continuerò la mia vita, mi innamorerò, poi magari mi sposerò; però quando sono con te mi sembra di avere tutto quello che possa desiderare. In questi momenti io posso dire che ti amo…”.
La zia mi abbracciò: “Se solo tu potessi vedere quello che sto provando in questo momento…ti amo anche io”.

Mi spinse piano sui cuscini e mi baciò di nuovo. Con le mani mi accarezzava il petto e il viso. Io le stringevo i fianchi, e le accarezzavo la schiena.
“Voglio leccarti tutta” le sussurai all’orecchio.
“Stasera tu non devi stancarti…lascia fare a me, ok?” mi sorrise la zia.
Continuammo a baciarci: la stringevo sempre più a me. Cominciai ad accarezzarle il collo, poi a baciarlo.
“Vuoi che mi levi la vestaglia anche io?” mi chiese a bassa voce.
Annuii. La zia si alzò senza muoversi da cavalcioni, sfilò la cintura e si tolse l’indumento.
“Come vedi però non sono nuda come te” disse sorridendo.
Indossava un completino intimo tutto nero: reggiseno a balconcino in pizzo, perizoma nero, e reggicalze sempre in pizzo.
“Sei bellissima zia, dio quanto sei bella!” le dissi.
Portai le mie mani al seno, e cominciai ad accarezzarlo. La zia si smosse i capelli chiudendo gli occhi, e ansimò piano.
“Lo amo il tuo seno così morbido zia, non potrei più vivere senza. Mi sembra di essere un bambino che ha solo voglia di succhiarlo”.

La zia mi sorrise, mise le mani sul mio petto, e mentre io le palpavo il seno lei lentamente cominciò a muoversi col bacino visto che era proprio sul mio pene che cominciava a diventare duro.
“Vedo che qualcosa comincia ad indurirsi…allora non sono solo i miei capezzoli” rise la zia.
Si abbassò su di me e mi baciò: “Quando mi lecchi i capezzoli, sono felice perché mai come in quei momenti sento che ti riesco a far stare bene…vorrei che me li leccassi più spesso, anche quando non siamo in queste situazioni” mi disse la zia.
“Ogni tuo desiderio è un ordine per me zietta”.
La zia fermò il suo bacino, si alzò di nuovo, e lentamente fece scattare la clip del reggiseno.
“Ti prego, toglimelo tu” mi disse.
Mi alzai leggermente. Abbassai prima una spallina, poi l’altra. Poi lentamente lo sfilai e lo buttai lontano, lasciando il suo seno nudo. Lo accarezzai piano, lentamente, mentre la zia chiudeva gli occhi.
“E’ così perfetto, rotondo, morbido” dissi continuando ad accarezzarlo.
La zia mi sorrise: “Stenditi di nuovo..”.

Mi stesi di nuovo: la zia si abbassò col il seno su di me, lo prese tra le mani e mi appoggiò un capezzolo in bocca. Comincia a leccarlo piano, con la lingua, stimolando il capezzolo che diventava sempre più turgido.
La zia ansimava, mentre con le mani mi teneva sempre il seno sulla bocca. Io le accarezzavo piano la schiena, sapevo che quella cosa le piaceva. Passai all’altro capezzolo, e dopo qualche minuto tolsi le mani della zia, che si appoggiò ai cuscini, strinsi il seno e cominciai a succhiare con forza.
La zia gemeva mentre con il sedere si muoveva sul mio pene duro. Le leccavo con decisione tutto il seno, salivo fino al collo per poi tornare a pizzicarle i capezzoli.
“Sei la mia vacca da mungere” le dissi ridendo a bassa voce.
La zia rise anche lei, e rispose: “E allora, cosa aspetti? Continua a mungermi con tutta la forza che hai!”
Continuai a leccarle le tette per minuti interi. A lei piaceva tanto e per me era una delle cose più belle che potessi fare…avevo sempre avuto un debole per i seni in generale, figuriamoci per quello della zia.
Lo stringevo e lo accarezzavo. Stringevo la sua schiena e spingeva il suo seno sulla mia faccia. La misi in mezzo a quelle sue montagne di carne.
“Dimmi che non è un sogno zia!” dissi ansimando.
La zia sorrise mentre con le mani mi spingeva i capezzoli sulla mia lingua: “E’ tutto così vero” disse gemendo.
Per altri minuti continuai a baciarle il seno. La zia con il suo sodo sedere continuava a strusciarmi sul pene, facendolo diventare ancora più duro.
“Ormai laggiù la situazione sembra aver preso corpo” disse la zia accarezzandomi il petto e scendendo lentamente.
Ci baciammo, mentre con la sua mano scese fino al mio sesso: lo accarezzo lentamente, lo premeva senza stringerlo, mentre mi baciava sul collo.
“Sei la più brava che io abbia mai incontrato zietta” dissi piano.
 
Web  Top
8 replies since 23/2/2011, 06:06   31,838 views
  Share