Reja: “Personalità da Champions e ora il derby…

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Jeremy Menez
view post Posted on 7/3/2011, 16:03     +1   -1




che pressione da Champions, la Lazio prosegue il suo viaggio verso l’Europa che conta, passeggiando sulle insicurezze del nuovo Palermo di Cosmi. “Era meglio quello vecchio", avrà pensato il presidente Zamparini mentre assisteva alla prova di forza della compagine di Reja. “Il destino è nelle nostre mani”, non è più solo un motto spavaldo: la Lazio ha definitivamente abbandonato quello scaramantico clichè di inizio stagione, indossando panni autoritari, soprattutto quando può sfoggiarli nel fortino dell’Olimpico (decima vittoria), dove ha collezionato ben 33 punti sui 51 complessivi. “Abbiamo un’opportunità irripetibile”, ha tuonato alla vigilia Reja, che ha avuto il merito di trasmettere al gruppo l’importanza del momento. Sbarazzandosi del Palermo con un’insperata concretezza offensiva, la Lazio non solo ha consolidato il suo quarto posto rispondendo a tono ai successi di rigore di Udinese e Roma, ma ha anche strappato punti preziosi al Napoli, imbavagliato nel pomeriggio dal Brescia. Il gap è dimezzato, ora nella mischia Champions ora ci sono anche i partenopei. Il fiato sul collo soffiato dalla concorrenza non ha piegato le gambe. Al contrario, ha permesso a Sculli e compagni di lanciare l’ennesimo messaggio ad un campionato che dall’inizio ad oggi l’ha sempre vista protagonista: “Quando sei obbligato a vincere e dimostri questa sicurezza e personalità è molto significativo – spiega soddisfatto Reja in conferenza stampa – Da qui alla fine della stagione voglio continuare a vedere questa convinzione”. Un pieno di autostima provvidenziale che fa da spartiacque, si colloca tra l’inciampo di Cagliari ed il derby di domenica prossima. Una finale tira l’altra, e la Lazio non ha più paura di affrontarle: “Ho visto la squadra particolarmente motivata, c’era la volontà di cancellare l’ultima sconfitta immeritata. Quello che contava oggi era vincere, tornare al quarto posto. Ormai è questo il nostro obiettivo, la squadra sta bene mentalmente e fisicamente, dobbiamo continuare così, malgrado ad aspettarci ci sia un calendario molto duro, pieno di scontri diretti”.

A cominciare dalla stracittadina che andrà in scena la prossima settimana. E’ stato già ribattezzato “Derby Champions”: “Il derby ha un sapore particolare, è sempre difficile, ma noi abbiamo bisogno di fare dei punti, dobbiamo sfruttare ogni occasione che ci si presenta. Ultimamente abbiamo perso qualche derby in modo immeritato, speriamo che questa volta vinca chi gioca meglio. Spesso siamo stati penalizzati, ma ormai questo è passato, dobbiamo pensare solo al prossimo. E’ vero c’è anche il Napoli in lizza, è chiaro che guardando la classifica l’appetito vien mangiando, ma la cosa importante adesso è mantenere a distanza la Roma che per organico è la più pericolosa. Cercheremo di metterla in difficoltà”.

In casa biancoceleste gli orizzonti sono cambiati in corso d’opera. Leggendo la classifica passa quasi inosservato il fatto che quello che ad inizio stagione rappresentava l’obiettivo più abbordabile sia praticamente quasi acquisito: “Abbiamo 11 punti di vantaggio sulla zona Europa League (in cui giace la Juventus, ndr). Questa è già una bella cosa, certo, ora che siamo in queste condizioni vogliamo mantenerle. Quanti punti servono per assicurarsi il piazzamento Champions? Penso 65-67”.

Reja alterna slanci di ottimismo a moniti di umiltà (“Non bisogna mai abbassare la guardia”) e per una volta esprime soddisfazione per la prova della sua croce e delizia, Mauro Zàrate. Prima a destra (su Balzaretti), poi a sinistra (su Cassani), l’argentino si è prodigato in un lavoro sfiancante in fase di non possesso, che a tratti l’ha privato di lucidità in ripartenza: “C’è stata una grande applicazione, soprattutto dei due esterni. A Zàrate ho chiesto di accompagnare le discese del loro terzino fino a metà campo, poi doveva mollarlo, lasciandolo al nostro difensore laterale, in modo che potesse essere pronto per i contropiedi. Ha voluto fare di più, voleva dimostrare di sapersi sacrificare. L’ha fatto bene e alla fine della gara gli ho fatto anche i complimenti”.

 
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