Juventus depressa: la cura non si trova, ma Delneri resta

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Jeremy Menez
view post Posted on 7/3/2011, 15:44     +1   -1




La Juventus resta immobile come la sua classifica, inchiodata da tre settimane ai margini della zona europea: l’intenzione di Agnelli e Marotta è di resistere senza cambiare perché manca un’alternativa credibile a Delneri, perché l’esperienza della stagione passata ha insegnato abbastanza, perché in definitiva i dirigenti (e l’allenatore stesso) sono convinti che la crisi bianconera non abbia un’origine tecnica e non sarebbe dunque un nuovo tecnico a poterla risolvere. Perciò, ora, si tratta di intraprendere un sottile lavoro di psicologia, in equilibrio tra atteggiamenti calmanti e stimolanti per correggere quelli che Delneri chiama “sbandamenti mentali” e che molti juventini non sanno da dove vengano, né dove portino. «Sono due anni che mi faccio domande a cui non riesco a dare risposte», si deprime Marchisio, che pure è uno dei bianconeri dalla personalità più spiccata, o perlomeno dal carattere più tenace. «In settimana lavoriamo benissimo, assorbiamo gli insegnamenti di Delneri. E per correre, corriamo. Ma poi in campo non riusciamo a tirare fuori la forza che abbiamo dentro. Prendiamo un gol e smettiamo di ragionare, non abbiamo fiducia in noi stessi. È come se non avessimo esperienza, perché ripetiamo sempre gli stessi errori. Abbiamo addosso un pessimismo cronico». Questa è la diagnosi, ma la cura? Spetterebbe a Delneri trovarla, ma anche l’allenatore mulina domande inevase. Corregge, valuta, pensa di avere individuato una soluzione ma poi scopre che non è così. «Traoré in allenamento non sbaglia un cross. Contro il Milan, crossando ha fatto degli strafalcioni», cita ad esempio: è l’immagine di una squadra che non ha il terrore di uscire dal proprio guscio e da due anni abbondanti, nonostante un massiccio turn over di calciatori, allenatori, dirigenti. Probabilmente, bisognerebbe ricondurre tutto all’aspetto tecnico, perché è da quello che derivano le debolezze juventine: la depressione potrebbe essere il prodotto di un’esagerata autostima sbriciolata dall’evidenza dei fatti. Perciò c’è qualcuno che tenta di sintonizzarsi su una realtà diversa, come Del Piero. Il quale si distacca dalla polemica («Non è il momento di affrontare questioni personali, Delneri può decidere di impiegarmi come e quanto vuole») e spiega che cos’è la Juve adesso: «Non è con il Milan che dobbiamo confrontarci. La nostra partita è con il Cesena». Realismo, non pessimismo.

 
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